Era italiana l'anticamera dei lager europei
Di lì a poche settimane prendono il via i provvedimenti di discriminazione dei cittadini ebrei.
Viene decretata l'esclusione degli ebrei - studenti e insegnanti - dalle scuole pubbliche di ogni ordine e grado;
Vengono imposte limitazioni tassative all'esercizio di tutte le attività commerciali e professionali.
Si proibisce inoltre agli ebrei di frequentare luoghi di villeggiatura e avere personale di servizio «ariano», di possedere apparecchi radio, di inserire il proprio nominativo negli elenchi telefonici, di pubblicare sui giornali annunci di morte e inserzioni pubblicitarie.
Tutti i dipendenti pubblici «di razza ebraica» vengono licenziati.
Queste misure legislative che, insieme al censimento, escludono gli ebrei dalla vita sociale e politica italiana, si riveleranno strategiche, tra il 1943 e il 1945, per la persecuzione fisica, l'internamento e la deportazione degli ebrei, italiani e stranieri, presenti nell'Italia centro-settentrionale in seguito all'occupazione nazista.
I cosiddetti campi di smistamento in Italia, anticamera dei lager europei, sono quattro: Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Fossoli (Modena), Grosseto e Bolzano-Gries.Dopo l'occupazione nazista della Venezia Giulia, che diviene territorio del Reich, è creato a Trieste l'unico campo di sterminio italiano, la Risiera di San Sabba.